Non lascia spazio alla diplomazia o alle interpretazioni il discorso, il primo, del Presidente Andrea Agnelli davanti all’assemblea degli azionisti della Juventus. Cambio radicale rispetto al recente passato. Poche parole, molti fatti.
”Una volta accertata la correttezza della società negli anni in questione potremmo avanzare la richiesta di riassegnazione dei titoli”. La Juventus nuovamente in mano a chi la ama e a chi ha capito la farsa perpetrata contro la Vecchia Signora.
Chiara la volontà di reagire e ottenere giustizia, quella vera. “Abbiamo inoltrato un esposto per la revoca dello scudetto assegnato all'Inter e abbiamo avuto sufficienti garanzie che a breve riceveremo una risposta”.
Il discorso è poi scivolato sul riassetto societario con la richiesta d’allargare il CDA e portarlo da 7 a 11 membri con l’ingresso di Marotta, Pavel Nedved, l'avvocato Briamonte e Aldo Mazzia, alto manager di Exor.
Parole di stima poi per l’amico Nedved, da lui fortemente voluto nel CDA e suo consigliere di fiducia: “Sono fiero del fatto che Pavel abbia accettato di apportare il suo contributo. Lui è un pezzo di Juve, ma ha anche qualità morali per rappresentarla: ha la determinazione e la voglia per non mollare mai”.
Non mollare mai. Come suonano purtroppo tardive queste parole se si pensa alla difesa dell’avvocato Zaccone in sede di giudizio sportivo. Il tempo è galantuomo anche l’onta di farsopoli verrà lavata, con un Agnelli alla guida.