La conferenza stampa di vigilia si apre con la conta dei giocatori disponibili. Zaccheroni, si mette a disposizione dei giornalisti, per chiarire la situazione di alcuni elementi: «Ieri alcuni avevano dei problemi. Di Sissoko sapete, non è un infortunio, ma si tratta di qualcosa ben più grave. Se ci sarà a Napoli? Non lo so, deve sentirsela. Sono situazioni difficili, nelle quali è difficile essere sereno. Sono da verificare le condizioni di Del Piero, Iaquinta, Buffon, ma l’orientamento è di aspettare ancora, e di Manninger, per cui le risposte di ieri erano positive. Amauri ha ripreso con il gruppo ed è pienamente disponibile. Chiellini? In allenamento l’ho visto bene, altrimenti non lo utilizzerei».
I bianconeri sono attesi da una sfida delicata, non solo per il valore del Napoli, ma anche per il difficile momento vissuto dalla squadra che, non ha caso, ha scelto di anticipare il ritiro: «È impossibile vederne l’effetto ora. Si è deciso di stare di più insieme, e concentrarci maggiormente. Non che prima la concentrazione mancasse, ma il momento è delicato. Dieci giorni fa non ce lo aspettavamo, anche se lo avevo messo in preventivo. C’è stato un calo di prestazione nell’ultima settimana e abbiamo deciso di fare uno sforzo ulteriore. Non c’era nulla da chiarire, quello lo facciamo ogni giorno. Stiamo facendo tutto il possibile per portare avanti i nostri obiettivi».
Zaccheroni riparte da quanto di buona la squadra ha fatto vedere a Genova, in una partita nella quale la Juventus aveva comunque tenuto bene il campo: «Sull’impegno e su come ha tenuto il campo domenica, sulla determinazione sulla fatica non ho nulla da rimproverare ai miei. Ci sono episodi che possono decidere il risultato, ma con la Samp non è stata una gara nella quale abbiamo subito l’iniziativa. Ci siamo fatti trovare leggermente larghi in un paio di occasioni, ma non abbiamo corso grandi pericoli».
L’attenzione si sposata quindi sui prossimi avversari: «Il Napoli è una squadra composta da giocatori veloci e resistenti, che costruisce la sua classifica soprattutto sul San Paolo. Lì se le cose vanno bene è come giocare con un uomo in più, così come quando il momento non è positivo, è quasi come giocare con uno in meno. Ora, viste le ultime prestazioni, ci sarà grande sostegno».
La gara non sarà semplice e un risultato positivo è d’obbligo, per la classifica e per non correre il rischio di aggravare la situazione: «Il rischio quando si gioca c’è sempre, ma io non tengo in considerazione quest’aspetto. Chi fa il nostro mestiere deve convivere con il rischio. Noi dobbiamo mantenere una classifica che ci consenta di potercela giocare alla pari delle altre. Servono testa e gambe. Le gambe non possono essere al top, ma dalla settimana prossima avremo un intervallo maggiore tra una partita e l’altra e potremo migliorare la condizione fisica. Quello che dobbiamo migliorare è l’aspetto psicologico: dobbiamo riuscire a superare l’effetto sconfitta, che è quello che ci può frenare. Quindi "marco a uomo" i miei giocatori, per far loro comprendere che quanto viene detto e scritto è frutto più del risultato che di quanto hanno detto le partite. Avevamo fatto bene sino alla partita contro il Siena, poi è successo un po’ di tutto e sicuramente non siamo stati fortunati. Nel calcio quando si perde si tende a pensare in negativo, perché è lo sport nazionale e vive sull’opinione di tutti. Quindi è indispensabile che coloro che sono all’interno e conoscono le problematiche, rimangano ancorati ai dati di fatto, non alle sensazioni. Tocca a me cercare di mantenere i giocatori ancorati a quanto fatto di buono, cercando di risolvere ciò che non funziona».
Zaccheroni insiste sull’aspetto psicologico dei suoi e sull’importanza di riuscire a ritrovare il giusto morale: «Io ho più anni dei giocatori. Sono famosi, sono campioni, ma sono dei ragazzi, quindi devo mettere in preventivo che qualcuno, dopo una sconfitta possa sentirsi giù di morale e io devo trovare il modo di fargli ritrovare equilibrio. La squadra deve essere sempre in tensione, ma in una tensione positiva. Chiaro, quando perdi non è facile, la classifica non è gratificante, ma dobbiamo ripartire da quanto di buono fatto finora».