Dopo due trasferte nei preliminari – a Dublino e Graz -, per la Juventus è tempo anche del primo viaggio nella fase a gironi di Europa League. Il calendario del Gruppo A propone la trasferta considerata più difficile sulla carta, quella in casa del Manchester City.
I bianconeri continua a prepararsi sul campo per la sfida, con il morale tornato alto dopo la vittoria di Cagliari. Lo dimostrano le parole di Marco Motta al sito di Sky: «Dopo la vittoria di domenica siamo di nuovo passati dalle stella alle stelle. A Udine secondo me abbiamo fatto la partita perfetta, poi è seguita la sconfitta con il Palermo, al termine di una gara in cui è mancata un po’ di attenzione dal parte nostra nonostante avessimo giocato un buon calcio.
Qual è la vera Juve? È quella che sta cercando di far quadrare il cerchio dopo l'arrivo di almeno dieci nuovi elementi quest'estate. Assemblare tanti pezzi di un team praticamente nuovo non è un fatto immediato. Vincere aiuta a vincere, questo ci permetterà di allinearci tutti alle aspettative dei tifosi, della società, di un grande allenatore come il nostro».
Assembrare una squadra nuova in poche settimane è difficile per tutti. Tra gli esempi calzanti c’è proprio il Manchester City, avversario di giovedì. Alla corte di Roberto Mancini sono arrivati grandi campioni, ma la squadra inglese è ancora alla ricerca della giusta via. Motta conferma: «Il City è la dimostrazione di come non bastano grandi nomi e grandi spese per ottenere grandi risultati. Ma è chiaro che è un avversario di tutto rispetto e noi dobbiamo stare in guardia».
Infine uno sguardo al campionato che domenica propone uno degli scontri più attesi: la trasferta al Meazza contro l’Inter. I nerazzurri restano favoriti per il titolo. «Sono dello stesso parere di Giorgio Chiellini – ha concluso il difensore - Inter e Milan sono da Scudetto, noi invece dovremo farci trovare pronti se commetteranno degli errori. Sono abituato a fare i conti alla fine. E farò i conti alla fine sia per la stagione della squadra che per la mia. Con la certezza che il lavoro paga sempre».