Marco Storari, a due giorni dalla sfida contro il Milan, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Sky Sport24. Ecco le sue parole:
Con quale sentimento ti avvicini a questa partita contro il Milan, visto che in questi giorni hai avuto molte altre cose a cui pensare (la nascita del figlio, ndr)?
«Il piccolo Tommaso è stata una gioia incredibile, mi da’ ancora più carica, una voglia maggiore per andare a giocare questa partita che per me, è inutile dirlo, è molto importante. Sono molto carico e preparato».
Il fatto di essere diventato papà, di avere una moglie vicino, ha influenzato in qualche modo anche il tuo atteggiamento in campo negli ultimi anni?
«Sì, l’arrivo di Tommaso sicuramente è un traguardo bellissimo della vita, diventare padre è una cosa fantastica, però la maturità l’ho raggiunta da un pochino di anni. Certo, il fatto di aver conosciuto mia moglie, di essere diventato uomo sotto alcuni punti di vista sicuramente mi ha fatto bene e ha fatto bene anche al mio mestiere».
Per quale motivo sei arrivato tardi in una grande squadra? Te lo sei mai chiesto?
«Sono arrivato in una grande squadra, che era il Milan, a 30 anni, ma forse è quello che mi meritavo. Sono arrivato tardi in Serie A, a 27 anni, però forse questo era il mio percorso, e sono contento così. Molto probabilmente è stato il mio percorso di crescita che è maturato così negli anni».
Senti un po’ l’ombra di Buffon? Di dover sempre dimostrare ogni domenica?
«Io sono sincero, innanzitutto è un piacere poter stare alla Juventus e poter ricoprire questo ruolo, che per tanti anni è stato quello di Gigi Buffon. È un vero piacere. Sinceramente è pesante, però allo stesso tempo è una cosa che ti stimola sempre di più, ma come è sempre stato: l’ho fatto l’anno scorso alla Sampdoria, quando sono arrivato a gennaio, l’ho fatto l’anno scorso al Milan, dove ho iniziato da titolare. Penso che questa sia una cosa normale per un portiere, dover dimostrare sempre, poi è ovvio che con la testa bisogna stare tranquilli, perché se uno deve sempre pensare al peggio è ovvio che non riesce mai a dare il meglio. Per noi portieri è normale cercare di giocare sempre al massimo e di stare tranquilli».
Hai la sensazione di dover fare sempre qualcosa in più per avere le giuste attenzioni?
«Quando si gioca in una grande squadra, penso che si debba fare sempre qualcosa di più, perché sono stato anche squadre più piccole e lì mi sono reso conto che magari ti puoi permettere di fare qualche piccolo errore. Nelle grandi squadre non puoi permettertelo, devi farti trovare sempre al tuo posto, fare sempre il tuo e finché lo fai, va bene. Se poi sbagli te lo fanno subito notare, pesa, però la cosa bella di giocare in una grande squadra è anche questo. Io penso che mi trattino abbastanza bene. Magari, fino a qualche tempo fa, qualcuno poteva anche non credere in me e sottovalutare le mie prestazioni. Piano piano penso di aver smentito un po’ tutti e cercherò di continuare a farlo. Per me così va benissimo».
Quanto devi al Milan?
«Devo tanto, se non tutto. Io stavo a Messina in una situazione molto difficile. E’ stato bravo l’allora Presidente Franza a lasciarmi andare, cosa che non era facile perché ero capitano e la squadra non stava andando bene. Galliani e il Milan hanno creduto in me e mi ha portato là. Mi è cambiata la vita, ho imparato tante cose, sono arrivato in un club importantissimo, organizzatissimo, dove mi sono tolto delle belle soddisfazioni, non solo a livello calcistico».
Chi ti fa più paura dell’attacco rossonero?
«Fare un nome soltanto è difficile perché sono talmente tutti bravi che anche chi sta in panchina sarà per noi un pericolo. Quindi dovremo stare attenti. Mi aspetto il solito Milan, quello che cerca di far girare la palla e di vincere la partita. Non penso ci siano strategie, loro vorranno vincere la partita, noi altrettanto e quindi sarà una bella partita. Non penso che questa Juve abbia qualche arma segreta. Quando la Juve gioca con la consapevolezza e lo spirito giusto, può mettere in difficoltà qualsiasi squadra. Noi cercheremo di fare proprio questo».