Un messaggio forte, chiaro, che non lascia adito a dubbi o a diverse interpretazioni. E’ quello lanciato da Andrea Agnelli e Giuseppe Marotta, durante la conferenza stampa tenuta questo pomeriggio a Vinovo: «Sapevamo che questo sarebbe stato un anno difficile - ha spiegato il presidente - ma questo non cambia il nostro programma, che mira a costruire una squadra vincente. Un programma che è iniziato quest’estate e che proseguirà nella prossima. Dobbiamo ricordarci la situazione che abbiamo trovato quando abbiamo iniziato a lavorare sette mesi fa: dal punto di vista sportivo venivamo dalla peggior stagione degli ultimi anni. Questo ha fatto sì che la situazione finanziaria e patrimoniale ora sia delicata. La mancata qualificazione alla Champions, la centralizzazione dei diritti tv e la costruzione dello stadio determineranno una perdita significativa nel bilancio di quest’anno. Questo però non ci impedirà di andare avanti con il nostro programma».
«La nostra rosa oggi ha il sesto monte ingaggi europeo, con circa 130 milioni di Euro - ha proseguito Agnelli - Se si facesse un’equazione tra monte ingaggi e risultati sportivi dovremo arrivare ai quarti di finale di Champions League. Così non è evidentemente, ma questo significa che la Juventus ha comunque risorse importanti. Considerati anche gli ammortamenti, abbiamo una macchina da 170 milioni: una macchina a benzina in cui, però è stato messo il diesel... Ora dobbiamo sistemarla e serve il giusto tempo per farlo».
Il presidente chiede quindi maggior equilibrio nei giudizi: «Per molti opinionisti, fino a tre settimane fa questa era una Juve da scudetto. Noi non ci siamo esaltati in quel momento e non ci abbattiamo ora, perché sappiamo bene quali sono i nostri obiettivi. Non chiediamo certo un atto di fede, ma maggior coerenza».
«Ci sono due elementi che voglio sottolineare - spiega ancora Agnelli - il primo è la fiducia nell’operato delle persone che stanno svolgendo un lavoro egregio, sia dal punto di vista tecnico che dal punto manageriale. In secondo luogo, ribadisco che la nostra è una programmazione basata sul lungo periodo. Come tifoso vorrei sempre vincere 3-0 e quando perdiamo mi arrabbio. Il mattino dopo la gara però devo ragionare da manager, ricordando da dove è dovuto partire Marotta per svolgere il suo lavoro. Se sono soddisfatto? Non posso esserlo, visto che siamo usciti da due manifestazioni. La Juve dovrà arrivare ad essere competitiva in Primavera, perché a quel punto può arrivare la zampata vincente, ma Del Neri può stare tranquillo, perché lo sono io. Se poi saremo nella stessa situazione tra un anno allora avremo un problema, ma come ripeto, sapevamo che sarebbe stato un anno complicato e l’allenatore sta facendo un lavoro egregio. Ai giocatori chiedo di correre fino al 95°, di dare tutto e anche qualcosa di più. A maggio poi Marotta farà le sue valutazioni e vedremo come intervenire».
Infine, una chiusura sulle inchieste della giustizia sportiva: «Hanno chiesto tempo e ne hanno avuto molto. Ora mi aspetto delle risposte riguardo al nostro esposto. Una replica a Moratti? No, su questo tema mi annoia».
I concetti espressi dal presidente sono stati poi ribaditi da Marotta: «Abbiamo la massima fiducia in Del Neri, che è in grado di valorizzare al massimo le nostre risorse. Abbiamo un gruppo che è stato profondamente rinnovato e a chi sostiene che avremmo dovuto comprare meno giocatori, ma di maggior qualità, faccio notare come anche con una rosa ampia sia difficile sopperire agli infortuni. Noi dovevamo costruire le basi su cui poi lavorare in futuro. Esattamente quello che hanno fatto squadre come Milan, Inter o Roma negli anni. Per ottenere risultati servono tempo e programmazione».
Inevitabile che il discorso si sposti sul mercato: «Questo è un anno di difficoltà economica per la società e inoltre, in questa finestra di riparazione, non si sono presentate opportunità significative. Siamo intervenuti con tempismo per sfruttare l’occasione che si è presentata con Toni, ma siamo anche stati sfortunati, perché è subito incappato nell’ennesimo infortunio traumatico della stagione. Proprio gli infortuni traumatici rappresentato ben l’80% del totale di quelli patiti dai nostri giocatori. e queste sono situazioni imprevedibili che hanno però privato Del Neri di elementi importanti».