È arrivato il momento della prima sosta del 2013. Il campionato si ferma per lasciare spazio alle Nazionali. Quasi due intere settimane per tirare il fiato e per ricaricare le pile in vista di un finale tutto da vivere. La Juventus arriva al meglio a questa pausa forzata: in vetta al campionato, a +9 sulla seconda, e nei quarti di Champions League dove affronterà il Bayern Monaco.
A parlare dell’ottimo momento dei bianconeri ci ha pensato oggi Giuseppe Marotta, intervenuto telefonicamente a Radio Rai, nel programma “Radio Anch’io Sport”. L’occasione per fare un mini bilancio della stagione sportiva dei bianconeri, ma anche per toccare temi quanto mai di attualità, come il comportamento dei tifosi negli stadi.
Il bilancio, a oggi, non può che essere molto positivo. «Siamo messi bene in campionato, ma non abbiamo fatto nulla. Mancano ancora nove partite e ci sono 27 punti in palio. Ci vuole umiltà, anche se siamo consapevoli di potercela fare. Per la Champions vale un discorso a parte, quello è un torneo in cui ogni turno si decide in due sole partite, anche la fortuna può essere rilevante. Basta vedere il Chelsea campione uscente, che un anno fa sembrava già fuori contro il Napoli e invece è passato. Da qui a fine aprile ci aspettano tante partite difficili, in Italia e in Europa. Ora lasciamo spazio alle Nazionali, con l’orgoglio di poter mandare in giro per il mondo ben 14 giocatori, e sarebbero stati 15 senza l’incidente di Caceres».
Calcio giocato a parte, nel fine settimana si è parlato tanto anche del comportamento dei tifosi sugli spalti. Marotta entra nell’argomento, sottolineando l’impegno che da sempre contraddistingue la Juventus, in particolare nella lotta al razzismo. «In Italia il calcio risente tanto del disagio sociale e della mancanza di valori. Non sempre si tratta di razzismo e ci troviamo di fronte a comportamenti portati avanti da poche persone. Nello Juventus Stadium paghiamo il fatto della vicinanza tra spalti e campo e questo fa enfatizzare certi cori. La Juventus sta facendo tanto dal punto di vista della prevenzione e della lotta al razzismo. Con l’Unesco abbiamo avviato due progetti molto importanti. Il primo si chama “Un calcio al razzismo” e ha lo scopo di distribuire borse di studio ai ragazzi dai 18 ai 25 anni, alle Associazioni di volontariato e agli Istituti Superiori del Piemonte. Il secondo, che è partito quest’anno, è “Gioca con me”, che dà la possibilità di iscrivere gratuitamente alle nostre scuole calcio i bambini delle famiglie disagiate, comprese quelle extracomunitarie. Ma siamo consapevoli che il calcio da solo non può fare molto, ci vuole cultura ed educazione. Purtroppo la situazione sta degenerando. A Napoli le forze dell’ordine sono state costrette a lanciare lacrimogeni durante il nostro tragitto dall’albergo allo stadio e a Bologna siamo stati accolti con i bastoni e un vetro scheggiato del pullman».
Già, Bologna. Nel post partita della sfida del Dall’Ara si è parlato molto dell’esultanza di Conte e delle sue parole dette in sala stampa. «Intanto lasciatemi dire - conclude Marotta – che il rapporto con il Bologna è ottimo, basta vedere che quattro nostri ragazzi stanno giocando in rossoblu. Conte si è rivolto ai nostri tifosi, senza mancare di rispetto a nessuno, dopo che per tutta la partita è stato insultato da tifosi presenti in tribuna e in curva si sono susseguiti cori contro Agnelli. Con quel gesto ha solo voluto esprimere le sue emozioni, non è giusto reprimerle. Le parole a fine gara? Uno sfogo, non penso che Antonio pensi di andare all’estero. La Juventus è tornata una società d’eccellenza, spero che lui possa arrivare al punto di stancarsi dei tanti successi conquistati sulla nostra panchina. Sono sicuro che resterà qui a lungo».