Provare il proprio valore sul campo: ecco la perfetta sintesi di quella che si definisce “mentalità vincente”. Una mentalità che si acquisisce solo in un modo: «Vincendo - sentenzia Antonio Conte - Perché voltandoti e vedendo il percorso che hai fatto per arrivare al successo, provi sensazioni uniche, che ti ripagano dei sacrifici. Chi vince vorrebbe farlo sempre e noi dovremo sempre avere il desiderio di riprovare le sensazioni di questi anni. Teniamo in mente cosa abbiamo provato e questo ci darà la spinta per cercare di provare di nuovo queste gioie».
La Juve è attrezzata per vivere un’altra stagione da protagonista e l’eventuale abbondanza di campioni non spaventa certo il tecnico. Anzi, dover fare a meno di Marchisio in questo periodo, pur avendo ampie possibilità di scelta, è una rinuncia dolorosa: «Mancherà alla squadra e a me, perché è un giocatore importante che insieme agli altri mi ha reso un tecnico vincente. Io voglio sempre tutti a disposizione: nel nostro percorso di crescita arriverà il momento in cui dovrò scegliere, sapendo che in panchina avrà giocatori di spessore, ma del resto vedo Barcellona-Levante, dove gioca Messi e Neymar entra a dieci minuti dalla fine. O il Bayern, in cui non gioca Robben non gioca e Thiago Alcantara entra a venti dalla fine... Fossero questi i problemi...».
Se l’abbondanza non è un problema, men che mono lo è il modulo, nonostante si senta spesso parlare di un possibile cambio di assetto tattico: «Comincio a pensare che siano le avversari o i giornalisti a volerlo. A volte mi chiedo: ma come? Con questo modulo vinco e devo cambiare? E perché? Giuro, non ho una risposta, ma appena la troverò la saprete», sorride il tecnico rivolto ai giornalisti.
I sorrisi spariscono quando si parla di un tema spinoso come il razzismo negli stadi: «Tutto il movimento si deve ribellare di fronte a qualsiasi episodio violento o atto di intolleranza da parte dei tifosi. Per primi i media non dovrebbero dare loro importanza, dando voce ad atti vili e violenti. Ci sono cori razzisti? Bene, si chiude la curva, qualsiasi curva, e non se ne parla. Dopo una, due, tre volte, ci penseranno molto bene a ripetere certi gesti»conclude Conte.
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